A partire dal 2025, chiunque desideri visitare Londra o qualsiasi altra parte del Regno Unito dovrà ottenere un’autorizzazione elettronica di viaggio.
Questa nuova misura è stata annunciata dal governo britannico con l’intento di rafforzare i controlli alle frontiere e migliorare la sicurezza interna. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e come funzionerà questo nuovo sistema.
L’introduzione dell’ETA rappresenta un cambiamento significativo nella politica di immigrazione e sicurezza del Regno Unito. Il sistema è simile ad altri già in uso in diversi paesi, come il Sistema Elettronico per l’Autorizzazione al Viaggio (ESTA) degli Stati Uniti o il visto elettronico canadese. L’obiettivo principale è quello di prevenire l’ingresso nel paese di individui considerati una minaccia alla sicurezza nazionale o che non rispettano i requisiti legali per l’ingresso.
Come funzionerà
Per ottenere l’ETA, i viaggiatori dovranno compilare un modulo online fornendo dati personali, dettagli sul passaporto e altre informazioni rilevanti. Sarà necessario anche pagare una tassa, la cui entità non è stata ancora specificata ma si prevede sarà in linea con quella applicata per sistemi simili in altri paesi. Una volta inviata la domanda, il sistema elaborerà le informazioni e deciderà se concedere o meno l’autorizzazione al viaggio.
Chi sarà colpito
Questa nuova regolamentazione interesserà milioni di persone che ogni anno visitano il Regno Unito per turismo, lavoro o studio. In particolare, riguarderà cittadini dei paesi dell’Unione Europea che fino alla Brexit potevano entrare nel Regno Unito solo con un documento d’identità valido. Ora anche loro dovranno ottenere l’ETA prima della partenza.
Implicazioni pratiche
L’introduzione dell’ETA richiederà ai viaggiatori una pianificazione aggiuntiva prima della partenza verso il Regno Unito. Sarà importante fare domanda con sufficiente anticipo rispetto alla data del viaggio prevista per evitare ritardi o problemi nell’autorizzazione del proprio ingresso nel paese. Inoltre, questa procedura potrebbe avere implicazioni sui tempi di attesa alle frontiere britanniche, soprattutto nelle prime fasi della sua implementazione.
Queste nuove misure segnano un punto di svolta nella gestione delle frontiere del Regno Unito post-Brexit e riflettono una tendenza globale verso una maggiore digitalizzazione dei controlli migratori.