Anticipo del TFR: non farti fregare, se segui questa procedura è illegale dirti di no

Non farti fregare con l’anticipo del TFR infatti se segui questa procedura nessuno ti può dire di no: ecco di cosa si tratta.

La retribuzione di un lavoratore è data da una serie di fattori e alla fine lo stipendio subisce una serie di decurtazioni. Il TFR è sicuramente una delle voci che già ha un peso sulla busta paga, quando viene accantonato, ma ecco come fare per averlo in anticipo. Esiste una procedura che nessun datore di lavoro può rifiutare: di cosa si tratta.

tfr anticipato in busta paga
Anticipo del TFR: non farti fregare-gazzettaambiente.it

Se controlliamo la busta paga possiamo notare che sono diverse le voci che costituiscono lo stipendio di un lavoratore. Una di queste è senza dubbio rappresentata dal TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto detto anche liquidazione. In linea di massima ogni azienda tende a trattenerlo per poi erogarlo quando il rapporto di lavoro cessa, ma c’è anche un modo per averlo in anticipo. Se utilizzate questa procedura il datore di lavoro non può proprio dirvi di no.

Anticipo del TFR, quando la procedura è illegale e come fare per non ricevere un rifiuto

Il datore di lavoro funge essenzialmente da intermediario tra il dipendente e il Fisco. Sullo stipendio infatti vengono trattenute le imposte, di cui alcune sono una sorta di accantonamento. I contributi, che rappresentano la quota da versare all’Inps per la futura pensione, ad esempio, ma anche il TFR.

Per chi volesse richiederlo in anticipo ci sono delle regole da seguire, che il titolare non può proprio contestare. Nel settore domestico ad esempio si può richiedere ogni anno la liquidazione del 70% del TFR, mentre il restante 30% viene erogato alla fine del rapporto di lavoro. Questo però non dipende per tutti i lavori.

tfr anticipato quando dire di no
Se segui questa procedura è illegale dirti di no-gazzettaambiente.it

In ogni settore infatti il lavoratore può procedere con la richiesta della liquidazione del 70% del totale, ma, a meno che non ci siano particolarità per categorie, lo può fare una sola volta con lo stesso datore di lavoro.

Inoltre questa richiesta può avvenire solo se il lavoratore è stato assunto da almeno 8 anni dalla stessa azienda. Si tratta di regole rigide che si trovano nel Codice Civile e che devono rispettare sia il lavoratore che il titolare.

Importante comprendere che il TFR non si perde mai e che questo deve sempre essere liquidato a prescindere dal motivo della fine del rapporto di lavoro. In caso di dimissioni volontarie, ma anche di licenziamenti per motivi validi, spetta sempre e a tutti.