Il Libretto Famiglia permette di pagare le prestazioni lavorative occasionali. Se non si adempie in tempo vengono inflitte sanzioni pesanti.
Il Libretto Famiglia è il meccanismo tramite il quale vengono pagate le attività lavorative occasionali rese da lavoratori domestici, baby-sitter, soggetti dediti all’assistenza domiciliare e insegnanti di lezioni private. Ha un valore nominale di 10 euro per ciascuna ora lavorata e assicura al prestatore un guadagno netto di 8 euro.
Questo strumento consente di svolgere tale tipologia di attività lavorativa in maniera regolare, perché garantisce il versamento dei contributi previdenziali e assicurativi. Grazie al Libretto Famiglia, i cd. prestatori (ossia i lavoratori) vengono iscritti alla Gestione Separata INPS e sono tutelati dall’INAIL contro gli infortuni sul lavoro.
Lo scopo principale del Libretto è ostacolare il lavoro nero e salvaguardare i diritti del prestatore e, allo stesso tempo, esigere il rispetto dei doveri da parte di datore di lavoro e lavoratore. Ma se non si rispettano le tempistiche e le modalità di utilizzo, si rischiano delle sanzioni molto severe. Scopriamo in cosa consistono e quando si applicano.
Il Libretto Famiglia è stato appositamente pensato per lo svolgimento di prestazioni lavorative di natura occasionale da parte di persone fisiche che non ricoprono il ruolo di liberi professionisti. E che non esercitano attività d’impresa.
I prestatori e i datori di lavoro che non utilizzano il Libretto Famiglia in maniera corretta possono subire l’erogazione di sanzioni e multe. Le penalità si applicano, innanzitutto, se non viene rispettato il limite di 2.500 euro o di 280 ore lavorative nello stesso anno, per attività svolte da una sola persona a favore di un unico utilizzatore.
In queste ipotesi, la prestazione lavorativa resa viene tramutata in maniera automatica in rapporto lavorativo di tipo subordinato a tempo pieno e indeterminato. E, dunque, dovranno essere rispettati gli obblighi previsti per tale tipologia di lavoro. Gli utilizzatori che non inviano comunicazione all’INPS delle prestazioni lavorative entro il terzo giorno del mese successivo all’attività resa possono subire anche sanzioni amministrative.
Se, invece, vengono svolte prestazioni non ammesse dal Libretto Famiglia (ad esempio, quelle che coinvolgono lavoratori con i quali l’utilizzatore ha attivo o ha cessato da meno di 6 mesi un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa), è applicata una “maxi sanzione” per lavoro irregolare. Di importo compreso tra 1.800 e 10.800 euro per ciascun lavoratore impiegato in maniera irregolare.
Ricordiamo, infine, che anche i prestatori devono assolvere a precisi obblighi. Se, infatti, forniscono dati sbagliati o falsi in fase di registrazione (ad esempio, non inseriscono il corretto importo ricevuto), possono incorrere in sanzioni amministrative e all’obbligo di restituzione delle somme percepite.
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