Uno dei problemi più preoccupanti degli ultimi tempi è la presenza di microplastiche nell’acqua: ecco come renderla pulita.
Negli ultimi anni, le microplastiche sono diventate un problema sempre più preoccupante a causa del loro potenziale impatto sulla salute umana e sull’ecosistema. Si tratta infatti di frammenti di plastica di dimensioni microscopiche, inferiori a 5 millimetri, che si diffondono nell’ambiente e si infiltrano in varie risorse naturali, tra cui l’acqua potabile. E quando le dimensioni sono inferiori al micron si parla di nanoplastiche.
Tutte queste particelle comunque, derivano dalla decomposizione di rifiuti plastici più grandi, dalla produzione industriale e dal consumo quotidiano di materiali plastici. Tutte queste particelle comunque, derivano dalla decomposizione di rifiuti plastici più grandi, dalla produzione industriale e dal consumo quotidiano di materiali plastici. Purtroppo, diversi studi hanno rivelato che l’acqua in bottiglia e quella del rubinetto contengono microplastiche e nanoplastiche in quantità variabili.
Un’indagine pubblicata nei Proceedings of the National Academy of Sciences ha rilevato che un litro di acqua in bottiglia può contenere fino a 400.000 particelle di microplastiche, con una media di circa 240.000 particelle per litro. Anche l’acqua del rubinetto, sebbene in misura minore, può essere contaminata, con una media di 4,24 particelle per litro. Ci si chiede quindi se sia possibile eliminare in qualche modo queste particelle dall’acqua che beviamo.
Recentemente, alcuni ricercatori dell’Università del Missouri hanno sviluppato un metodo innovativo per rimuovere le microplastiche dall’acqua, sia dolce che salata. Questa tecnica si basa sull’uso di solventi eutettici profondi idrofobici (HDES), composti chimici che galleggiano sulla superficie dell’acqua, simili all’olio. Quando l’acqua contaminata viene agitata, le microplastiche si trasferiscono sulla superficie dell’acqua, dove vengono facilmente raccolte e rimosse.
Tra i dieci diversi sistemi HDES testati, quelli costituiti da rapporti molari specifici di composti come il bromuro di tetrabutilammonio e l’acido decanoico, hanno mostrato un’efficienza eccezionale, riuscendo a rimuovere fino al 98% delle microplastiche presenti. Questa scoperta rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro l’inquinamento da plastica e offre una soluzione promettente per la depurazione delle acque.
Sebbene la tecnologia sviluppata dai ricercatori del Missouri sia promettente, non è ancora disponibile per l’uso domestico. Tuttavia, esistono metodi che puoi adottare per ridurre la presenza di microplastiche nell’acqua che bevi a casa. Ad esempio, l’uso di filtri a carboni attivi può aiutare a rimuovere alcune particelle di microplastiche.
Questi filtri sono comunemente disponibili e possono essere installati nei rubinetti o utilizzati nelle caraffe filtranti. Poi c’è il processo di osmosi inversa che, in generale, è un metodo efficace per ridurre la presenza di contaminanti nell’acqua. Tuttavia, è importante assicurarsi che l’impianto di filtrazione sia ben mantenuto per evitare problemi di contaminazione. E poi, come abbiamo detto, una delle fonti principali di microplastiche è l’acqua in bottiglia. Quindi, preferire l’acqua del rubinetto filtrata può ridurre significativamente l’esposizione a queste particelle.
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