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Questo virus è un gran rischio per l’uomo: di cosa si tratta e come difendersi

C’è un virus che si sta diffondendo in vari luoghi e che ha fatto anche dei morti. Ecco di che cosa si tratta

Dopo l’emergenza Covid c’è maggiore attenzione per ciò che concerne i virus. Molte persone tendono a cercare di scoprire sempre più info, soprattutto per potersi tutelare.

Questo virus è rischioso: cos’è -gazzettaambiente.it

La scienza invece, dal canto suo, cerca di fare del proprio meglio per poter studiare la natura di certe infezioni e dare una risposta efficace e concreta agli attacchi dei virus all’uomo. Dai virus ci si può difendere mettendo in campo le giuste precauzioni, in base a ciò di cui si tratta. Proteggersi è importante e lo è altrettanto curarsi, nel caso in cui lo si contragga.

Di virus nel mondo ve sono diversi, ma chiaramente ognuno ha una propria pericolosità e per questa ragione è bene fare attenzione soprattutto a certi insetti, che possono essere veicolo di essi. In alcuni casi, certi virus possono essere letali, per cui è importante conoscere e riconoscere i sintomi, in modo da agire tempestivamente sul paziente.

Questo virus può essere letale: di cosa si tratta di preciso

Durante il periodo estivo, in Europa è arrivato un nuovo virus, chiamato Oropouche, e anche detto, “febbre dell’accidia”.

Questo virus è pericoloso: di cosa si tratta-gazzettaambiente.it

Lo si contrae tramite puntura di una zanzara infetta. Esso è molto diffuso in America del Sud, centrale e Caraibi. I casi, dal mese di gennaio 2024, sarebbero stati più di 8mila. In Brasile sono morte tre persone, due donne e un feto. I casi in Europa sono stati 19 in estate, 12 in Spagna, 5 in Italia, due in Germania. Di solito si è trattato di turisti che rientravano da viaggi in Brasile.

Questi virus, anche detto “febbre dell’accidia”, manifesta una serie di problematiche. «I sintomi principali non sono diversi da altri tipi di infezioni, cioè febbre, forse dolori articolari e muscolari o eruzioni cutanee», spiega un dottore. La gran parte di chi contrae questa patologia non manifesta sintomi, mentre un 5% dei colpiti, manifesta meningite o infiammazione al cervello, il che è grave.

Per tutelarsi, è sempre bene usare dei repellenti, soprattutto nelle aree ritenute più a rischio. «Il rischio di punture di zanzara è probabilmente maggiore all’alba e al tramonto in condizioni calme e umide», spiegano i medici. «Non si dovrebbe presumere un’infezione specifica sulla base dei sintomi clinici. Se i pazienti ritornano o vivono in aree endemiche, è meglio fare la diagnosi appropriata».

Anna Di Donato

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