A suo avviso la lotta ai cambiamenti climatici, al degrado degli ecosistemi, e alla povertà a livello globale, strettamente connesse tra loro, devono essere una priorità nell’azione di ogni Governo.
Giuliano Tallone, componente del Comitato scientifico di Gazzetta ambiente, che da oltre un ventennio segue le vicende dell’associazionismo ambientalista dall’interno – è tra l’altro dal 2003 Presidente della LIPU – e che opera professionalmente nel mondo dei parchi e universitario, ha sviluppato una propria personale riflessione sul tema della “questione ambientale”, che qui ci illustra.
Per questo sono necessarie politiche coraggiose, capaci di assicurare un futuro anche alle generazioni che verranno. Le ideologie e i partiti del Novecento, secondo l’Autore, sono probabilmente inadeguati a rispondere alle nuove questioni che si pongono, e che agiscono sulla base di meccanismi finanziari, economici e politici alla scala globale.
La “questione ambientale” non è solo uno dei temi della politica, ma una chiave di lettura per una nuova visione dell’economia e della società. Inoltre la nozione fondamentale di interesse generale, di bene comune ha lasciato nel nostro Paese il posto alla difesa e all’affermazione di mille e mille interessi individuali, familiari, di clan o di corporazione.
Sfaldamento selvaggio della struttura dello Stato
Per Tallone l’ambiente paga pesantemente questo sfaldamento selvaggio della struttura dello Stato, poiché le scelte territoriali effettuate sempre più in sede locale rispondono più facilmente a logiche di scambio che ad esigenze di garanzia per i cittadini. In campo urbanistico, ambientale e paesaggistico, il disastro si tocca con mano. La logica della “privatizzazione” del pubblico sta sempre più diventando la logica del “padrone a casa mia”, anche quando la “casa” è un bene comune che appartiene all’intera collettività mondiale. Con un ambiente sempre più dissestato e inquinato, con un paesaggio sempre più imbruttito da cemento e asfalto. Fenomeni che mettono gravemente in pericolo l’agricoltura di qualità, il turismo, in una parola la salute.
L’Autore è fermamente convinto che l’ambiente e il patrimonio italiano del paesaggio, dei beni paleontologici, archeologici, storici, culturali possano essere il centro di un grande programma di investimenti per l’occupazione e l’economia sostenibile, per un vero e proprio “New Deal ambientale” italiano basato sull’immenso valore storico e territoriale del nostro Paese. Dal mondo dell’associazionismo ambientalista, negli ultimi tempi è stata avanzata una idea – non del tutto nuova, in realtà, ma mai realizzata – di una “Costituente ecologista”.
Un appello a tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di ambiente, al di là degli steccati delle ideologie, per arrivare a definire un percorso, aperto nel metodo e che può essere non solo il momento della nascita di un nuovo movimento politico moderno che risponda ai problemi del nostro tempo, ma una grande occasione di svolta per tutti i cittadini.
Come sottolinea Tallone, la scommessa è superare i limiti di consenso finora dimostrati dall’ecologismo politico, per non essere più per la gente gli “ambientalisti del no”, ma coloro che propongono una vera e propria rinascita italiana, basata sulla qualità, sui valori, sull’etica, sugli obiettivi e sulla capacità di proposta.